Stop al fotovoltaico sui terreni agricoli, firmato il decreto

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Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha firmato nei giorni scorsi il decreto agricoltura, che consente i pannelli solari sui terreni coltivati, ma solo se sollevati da terra, in modo da permettere l’attività agricola sotto. Gli impianti potranno anche essere realizzati in cave e vicino ad autostrade. Sono fatti salvi anche i progetti previsti dal Pnrr e quelli che hanno già presentato l’istanza per la realizzazione.

“Dopo quattro anni poniamo fine alla installazione selvaggia di fotovoltaico a terra, ovviamente con grande pragmatismo”, ha commentato il ministro dell’agricoltura Francesco Lollobrigida. “Abbiamo scelto di limitare ai terreni produttivi questo divieto, quindi nelle cave e nelle aree interne a impianti industriali si potrà continuare a produrre queste agroenergie. Il tutto a salvaguardia dei piani Pnrr che non intendiamo mettere in discussione in alcun modo”. L’obiettivo, ha poi aggiunto, è quello di non sottrarre all’agricoltura terreni di pregio.

Ma è polemica sull’introduzione del divieto. Così Angelo Bonelli, portavoce nazionale di Europa Verde e deputato di Alleanza Verdi e Sinistra: “Il decreto agricoltura prevede il blocco totale del fotovoltaico e la perdita di migliaia di posti di lavoro. L’articolo 5, in particolare, non consente l’installazione di nuovi pannelli fotovoltaici anche se le aree agricole sono incolte o abbandonate. In questo modo gli impegni sul clima non verranno rispettati. E’ un colpo molto grave rispetto agli obiettivi di decarbonizzazione e la triplicazione della potenza da fotovoltaico da qui al 2030, impegno sottoscritto dal ministro Pichetto Fratin recentemente al G7. Infatti questi obiettivi, che prevedono la collocazione di almeno 9 gigawatt all’anno di nuovi impianti fotovoltaici, non possono essere obiettivamente conseguiti escludendo questi terreni. Questo dimostra che questa misura non è emanata per salvaguardare il suolo, che secondo Ispra viene consumato al ritmo di 2,4 m² al secondo ogni anno in Italia a causa della cementificazione, ma è un attacco alle rinnovabili. Il nostro paese, nonostante gli impegni assunti a livello internazionale, continua a difendere le lobby delle fonti fossili e del gas”.

Agrinotizie


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